“I ragazzi sanno tutto della droga ed è vero che ne ignorano le conseguenze. Allo stesso tempo noi adulti sappiamo che ne fanno uso per poter stare nel gruppo ed essere inclusi. Quindi, la prima cosa da fare è avvisarli che ne siamo a conoscenza e, subito dopo, offrirgli una via di uscita. Questo per evitare tragedie come quella di Terni, con i due adolescenti morti dopo aver assunto metadone”. A dirlo è Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) e psicoterapeuta dell’età evolutiva, che spiega come affrontare e risolvere il problema di un figlio che fa uso di sostanze stupefacenti.
“I ragazzi quando commettono delle stupidaggini- continua lo psicoterapeuta- devono avere un adulto con cui riferirsi e che faccia da filtro con i genitori, per aiutarli a superare un problema prima che diventi un dramma. Con il nostro Istituto e grazie all’ascolto psicologico on line- prosegue il direttore dell’IdO- abbiamo ricevuto migliaia di richieste di aiuto da parte degli adolescenti. Questo sono riusciti ad aprirsi e ad ascoltare proprio perché hanno trovato persone competenti ed estranee alla famiglia”.
Lo psicologo rivolge, infine, la sua attenzione proprio agli adulti: “Devono stringere un patto tra loro quando accadono situazioni del genere- spiega Castelbianco- perché non ci deve essere ribellione o scontri con i figli ma accoglienza. I ragazzi devono poi essere seguiti dalle persone competenti per risolvere il problema. Noi adulti abbiamo il compito e l’obbligo di salvarli dalle stupidaggini che commettono, senza ramanzine ma attraverso l’aiuto degli specialisti. Così facendo, potremmo evitare droga, suicidi e altri comportamenti a rischio. I giovani- conclude Castelbianco- sono molto più soli di quello che possiamo immaginare, hanno bisogno del nostro aiuto per garantirgli il futuro e dobbiamo assolverli dalle sciocchezze che fanno”.